giovedì 26 giugno 2008

Firenze, Scuola Allievi Sottufficiali.




Finita la breve licenza, mi presentai puntualmente alla Scuola Sottufficiali di Firenze. Conoscevo già il magnifico edificio per esservi stato sottoposto a visita medica prearruolamento, ma stavolta vi entravo in divisa turchina da Allievo. Questa per un ulteriore anno sarebbe stata la mia nuova casa, il mio rifugio, il luogo dove avrei completato la mia formazione di Sottufficiale dei Carabinieri, coronando il sogno che avevo cullato da bambino. Rividi gli amici di Moncalieri, conobbi i nuovi colleghi che partecipavano al corso annuale ( si trattava di Carabinieri particolarmente meritevoli e già in servizio da qualche anno ). Il Comandante della scuola era il Colonnello Market ( se non ricordo male ), i nuovi istruttori erano molto cordiali. Mi sono subito trovato bene, la mia camerata era all'ultimo piano, con i letti singoli, non più a castello. Fui assegnato alla nona compagnia mista ( c'erano anche i cavallari ), i miei vicini di letto erano Vit Gianfranco di Monfalcone ( non è più tra noi) e Vignali Agostino di Parma. Il mio letto era vicino ad una finestra da dove si vedeva il Monumento al Carabiniere e l'asta reggibandiera, nel sottostante cortile interno percorso da noi allievi sempre di corsa. Tra lezioni in aula, esercitazioni ginniche, marce alle Cascine, l'anno passò piuttosto velocemente. Quando si andava alle Cascine, a volte in tuta mimetica, altre in uniforme ordinaria, bardati e armati come se stessimo andando in guerra, si attraversavano le strade di Firenze rigorosamente inquadrati, a passo cadenzato, con gli ufficiali e sottufficiali che sbraitavano ordini, si passava tra nugoli di belle ragazze che ci guardavano ammirate. Alle Cascine poi, durante i momenti di riposo, non potevamo essere avvicinati nè potevamo avvicinare alcun civile.
Le esercitazioni di tiro poi erano uno spasso. Con il fucile ero abbastanza bravo ma con la pistola, meglio non parlarne. Miravo alla sagoma e colpivo il terreno davanti a me a non più di tre o quattro metri. Quando mi apprestavo a sparare con la pistola, tutti si scansavano molto velocemente.....chissà dove o cosa avrei colpito! Un mio collega, al lancio delle bombe a mano, lanciò la sua talmente bene che andò a finire alla base di un piccolo rialzo da dove il direttore di tiro impartiva gli ordini. Fortunatamente si trattava di una bomba a mano del tipo SRCM ( tutto fumo e niente arrosto), ma il tuffo che fece l'ufficiale di tiro fu degno di una prestazione olimpica.
Il corso volgeva al termine quando mi ammalai di lombaggini. La conseguenza fu l'essere esentato dalle esercitazioni ginniche, dall'attraversare di corsa il cortile, dal partecipare alle marce. Una pacchia, ma quanto mi dispiaccio ora per quella pacchia! Prima di sostenere gli esami per la nomina a Vicebrigadiere, fummo tutti inviati ai comandi territoriali per un mese di esperimento. Dovevamo essere molto vicini ai vari comandanti di stazione per acquisire esperienza e dovevamo già considerarci sottufficiali a tutti gli effetti anche se non ne portavamo ancora le insegne. Alfabeticamente ultimo del plotone a piedi, insieme al collega Abbatiello Giovanni, primo del plotone a cavallo, fui destinato ad una sede molto ambita da tanti altri colleghi, San Giustino Umbro, in provincia di Perugia, un ridente paese posto al confine con la Toscana, tra Sansepolcro e Città di Castello, ai piedi del valico di Bocca Trabaria. Questa sede merita un lungo capitolo perchè quì si compì il mio destino.
Prima di iniziare, alcune foto che riguardano la mia permanenza alla Scuola Sottufficiali di Firenze.
Ecco il cortile interno da attraversare di corsa, con il monumento al Carabiniere e l'asta alla sommità della quale sventola la Bandiera Italiana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come sempre sei grande Giuseppe...
Hai realizzato un bellissimo lavoro storico.....I due anni di Scuola seppur duri sono stati meravigliosi e li ripeterei (egoisticamente anche per l' età).....
Hai un buon archivio fotografico....
Ciao dal tuo vicino di posto letto
VGNL