lunedì 30 giugno 2008

La gita al Ticino.

Prima che mio fratello si sposasse, un mattino insieme a me, mia moglie, mio figliio e le mie due cognatine sempre più floride e carine che erano tornate a trovarci, a bordo della mia auto, ci stavamo recando in riva al Ticino per una scampagnata. Era alla guida mio fratello. Ad un certo punto notammo un'auto che ci seguiva, facendo finta di tamponarci, di superarci, azionando i lampeggianti, ecc. Erano due imbecilli che, vedendo le ragazze sistemate nel sedile posteriore della mia auto, facevano i cretini per mettersi in mostra. Mio fratello all'improvviso bloccò la marcia mettendosi di traverso sulla strada e costringendo l'altra auto a fermarsi, scese dal posto di guida, si diresse verso i due e, spalancata la portiera dal lato guida, ne trasse fuori il conducente prendendolo per la collottola. Con la mano sinistra alzata e chiusa a pugno, gli chiese se fosse stanco di vivere. Quello sbiancò in volto, balbettando delle scuse disse che non ci avrebbero più recato alcun fastidio. Intanto anch'io ero sceso dall'auto e quelli videro un altro bestione che si avvicinava con fare minaccioso. Mio fratello non andò oltre, lasciò andare il malcapitato e i due, innestata la retromarcia, si dileguarono sparendo dalla circolazione. Le ragazze in macchina ridevano come matte, compresa mia moglie.

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