venerdì 27 giugno 2008

Coupe de foudre


Il primo incontro con colei che....è ancora al mio fianco.

Una tarda mattinata di uno dei primi giorni della mia permanenza a San Giustino, mi trovavo sul balcone della caserma appoggiato alla balaustra. Sentii una voce argentina cantare " non si compra la fortuna,..." Incuriosito guardai verso il basso e vidi una ragazza molto carina, con un grembiule bianco che, reggendo in mano alcuni pacchetti, si avvicinava all'ingresso della caserma.
Sentii il campanello del portone di ingresso squillare e mi precipitai ad aprire: mi trovai di fronte a una bellissima ( almeno tale fu per me ) fanciulla che sorridendo mi porse i pacchetti che reggeva tra le mani dicendomi che era " la spesa per il Maresciallo". Farfugliai qualcosa e la seguii con lo squardo mentre si allontanava cantando " non si compra la fortuna...", ammirando la sua figuretta molto graziosa. Il mio successivo interessamento nei confronti di questa ragazza fu subito evidente. Mi informai circa il suo nome e a che famiglia appartenesse. Seppi che il V.Brig. Fabiani alloggiava con la famiglia in un appartamento locatogli dai genitori della ragazza e brigai perchè mi invitasse a casa sua per essere presentato a lei e ai suoi familiari. Il vecchio marpione capì subito che mi ero presa una bella cotta; mi diede tutte le informazioni che erano in suo possesso, mi disse che aveva poco più di 15 anni, che la sua famiglia era tra le più stimate del posto e che lei era considerata la più bella ragazza del paese, con un lungo codazzo di pretendenti, ma che era assolutamente libera da qualsiasi impegno sentimentale, anche perchè su certi argomenti il padre era molto intransigente. Insomma, in un modo o nell'altro, di nascosto o palesamente, cominciai a corteggiare questa ragazza, le manifestai i miei sentimenti e, per dimostrarle la mia sincerità, le chiesi presto se, compatibilmente con i vincoli della mia professione, volesse sposarmi. Rimase a bocca aperta, ma timidamente mi disse che anch'io le piacevo molto e che " forse, se tutto va bene, in un futuro .....". Da quel momento la nostra frequentazione si fece più stretta; conobbi suo padre, sua madre, le tre sorelline e il fratellino (era lei la maggiore). Al termine dell'esperimento lasciai San Giustino con tristezza, inutilmente consolato dal collega. Nel salutarla le promisi che le avrei scritto spesso e che sarei tornato presto per parlare seriamente con suo padre circa il nostro futuro. Mi rispose che mi avrebbe atteso con ansia. Nelle lettere che le indirizzai rovesciai fiumi di dolcezze e di sentimentalismo. Insomma, ero completamente cotto.

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