giovedì 26 giugno 2008

Un passo indietro: il caffelatte.

Appena suonata la sveglia tutti gli allievi avevano dieci minuti per le pulizie mattutine e per indossare l'uniforme di servizio. Ogni allievo doveva poi schierarsi davanti alla mensa per la prima colazione. Era consuetitudine, per quelli schierati in prima riga, dopo che era stato impartito l'ordine di accedere alla mensa, arraffare un paio di caraffe di caffelatte in più da dividere con i colleghi della tavolata. Una mattina, non sò come, riuscii ad arrivare in prima riga: dietro a me si schieravano altri colleghi. Ad un certo momento feci qualche passo in avanti per accertarmi della posizione che avevano le caraffe da arraffare; ritornando al mio posto mi accorsi che lo stesso era stato occupato da un collega, un certo Ricca, che, essendo C.A.S. cercava di intimorirmi ordinandomi di andare e schierarmi in fondo, sorridendo beffardamente. Gli diedi uno spintone da provocarne quasi la caduta e ripresi il mio posto. Non osò reagire, lo sovrastavo in altezza di oltre 20 cm ed ero molto più robusto, ma andò poi a frignare con il suo Ufficiale, una mezza cartuccia di Sottotenentino di complemento il quale, la stessa sera, nella piazza d'armi, mi si piazzò davanti urlando come un ossesso e minacciando non ricordo più quale punizione. Mi insultò dandomi del cretino, deficiente, ecc. Rigorosamente sull'attenti gli risposi che non aveva alcun diritto di insultarmi e che lo avrei querelato. Diventò paonazzo, cercando di darsi un contegno. Poco lontano assisteva alla scena il mio superiore diretto, il Tenente Diana che ad un certo punto chiamò per nome il S.Ten. : questi si girò verso il Ten. dicendogli ""si?"". Tutti videro allora il Tenente Diana scattare di corsa, mettersi sull'attenti davanti al sottotenente, salutarlo militarmente, presentandosi: TENENTE DIANA ALFONSO, e subito dopo:" come ti permetti di riprendere un mio allievo durante le ore libere da lezioni ( il S.Ten. era uno degli insegnanti ): se devi rivolgere un rimprovero ad un mio allievo devi riferirlo a me e non al diretto interessato, hai capito?" Il S.Ten. assentì militarmente e chiese scusa al suo superiore e a me per gli insulti che mi aveva rivolto in un momento di rabbia. La cosa finì lì, senza alcuna conseguenza nè displinare nè di insegnamento ( ricordo che insegnava Armi ), anzi mi sembra che il suo atteggiamento successivo nei miei confronti in un qualche modo si addolcì, ma l'episodio divenne per qualche giorno la barzelletta del Battaglione.

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