domenica 29 giugno 2008

Sala d'attesa.

Un mattino, alle ore 8,30 in punto, mi trovai davanti, nel mio ufficio, il Tenente Ferretti il quale mi disse di essere stato convocato dal sig. Capitano. Lo pregai di attendere e lo annunciai al Capitano dalla porta del suo ufficio. Questi mi fece cenno di entrare e di chiudere la porta. Molto sommessamente mi disse di fare accomodare l'ufficiale in sala di attesa, mentre lui sistemava qualcosa: lo avrebbe chiamato lui non appena si fosse liberato. Riferii gli ordini al Tenente e lo invitai ad accomodarsi nella saletta di attesa, fuori dal mio ufficio. Dopo circa due ore, il tenente, piuttosto arrabbiato, mi chiese quanto tempo avrebbe dovuto ancora attendere. Mi recai dal Capitano e lo informai della richiesta. Mi rispose di riferirgli che si scusava per il contrattempo ma che era ancora molto occupato, pregandolo di pazientare. Prima che uscissi dal suo ufficio mi disse che certamente l'ufficiale mi avrebbe chiesto se ero a conoscenza di qualcosa e di riferirgli allora che forse voleva comunicargli che ero stato ammesso all'Accademia Militare di Modena. Infatti nel dire al Tenente che doveva ancora attendere, questi mi chiese " ma lei sa qualcosa di quanto deve dirmi il sig. Capitano? Cosa c'è che non va ? " . Niente gli risposi, ma forse ho una mezza idea. " mi dica", ed io " Forse il sig. Capitano vorrà comunicarle che sono stato ammesso a frequentare il primo anno dell'Accademia Militare di Modena, in uno dei posti riservati al sottufficiali dei Carabinieri in servizio" Sbiancò in viso come se gli avessi dato una ferale notizia e, come un automa si complimentò con me. Quasi barcollando tornò a sedersi.
Alle 12,30, abbandonando l'ufficio per andare a pranzo, lo vidi seduto quasi nella stessa posizione, lo salutai e mi allontanai. Non ho mai saputo cosa avesse da dirgli il Capitano.

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